lunedì 10 settembre 2012

Redenzione

Nella storia non si ebbero mai ricchi geremiaci, lacrimosi epuloni con gocciole calanti da guance impomatete, per un fisco troppo esoso. Il ricco non paga le tasse e mai le ha pagate, compie una semplice donazione allo stato che ritiene ist
ituzione Divina. Solo un episodio fideistico-evangelico racconta il rattristamento di un giovane molto ricco, al quale Gesù chiese di distribuire ai poveri i beni terreni prima di seguirlo. Questo tanto non per entrare nel Regno dei Cieli, quanto per rendersi giusto su questa terra. Gesù ben sa che qualsivoglia ricchezza ha un cominciamento criminoso, di sorta che non può esistere ricchezza buona anche se pia e generosa.Tale motivo per cui Gesù chiede a chi voglia seguirlo di lasciare ogni bene terreno, a che rendersi giusto al mondo, perché “povero di spirito”. La ricchezza a contrario, grandezza delittuosa, socialmente insostenibile ,se non a costo del sudore e sangue altrui, che depriva la società del modesto benessere attendista per una classe “piccola, fanciulla, payros,” prima del ritorno a polvere. Analizzare una funzione, in primis è trovarne i limiti, a tale proposito pochi esseri umani possono aspirare alla ricchezza, poiché scientificamente la terra non può dare ricchezza a tutti. In guisa che povertà, non indigenza, sia limite a soluzione di ogni problematica sociale, in quanto Eco-Sistema-Evangelico precursore del Regno a Venire. Saggiamente inoculava Saramago all’orecchio del suo amico Salazar nel cammino da casa a chiesa il mistero del povero fanciullo.

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